Quando la giustizia riparativa è “occasione” di vittimizzazione secondaria: riflessioni a margine del caso Maltesi

Quando la giustizia riparativa è “occasione” di vittimizzazione secondaria: riflessioni a margine del caso Maltesi

La giustizia riparativa è un percorso volontario, parallelo e integrativo al processo penale. E’ un approccio che ha come oggetto principale di interesse la dimensione umana del soggetto attivo e passivo del reato nonché quella relazionale del conflitto.

di   Francesca Di Muzio

Il termine “riparativa” si riferisce alla possibilità concessa all'autore di reato di riparare il danno commesso e alla vittima di venire riconosciuta come tale superando quel senso di colpa di chi ha subito una vittimizzazione. Una giustizia che pone al centro la vittima con i suoi bisogni e che ha come obiettivo primario quello di limitare il più possibile i danni da vittimizzazione: uno spazio “neutro” ove l'offeso dal reato può far sentire la propria voce e richiedere all'autore di reato una riparazione. Questa con i suoi metodi e paradigmi è andata al di là del suo obiettivo iniziale e cioè valorizzare il ruolo della vittima all'interno delle procedure penali e divenire uno strumento di pace sociale e di riduzione della paura (G. Scardaccione, in La società della vittimizzazione, a cura di A. Antonilli-F. Di Muzio, Franco Angeli, 2021). Giustizia riparativa nella sua dimensione umanistica, che cura le relazioni tra le persone e che si preoccupa della collettività attraverso la promozione di occasioni positive di benessere individuale e collettivo. Definita come modello di giustizia relazionale che coinvolge la vittima, il reo e la comunità nella ricerca di soluzioni operativa.