Maltrattamenti: la cassazione stigmatizza la banalizzazione di condotte anche illecite nel rapporto di coppia

Maltrattamenti: la cassazione stigmatizza la banalizzazione di condotte anche illecite nel rapporto di coppia

di R. Radi

Il reato previsto dall’articolo 572 c.p. è configurabile anche senza la “sistematica sopraffazione”.

La cassazione sezione 6 con la sentenza numero 37978/2023 stigmatizza la banalizzazione e la normalizzazione di condotte anche illecite nel rapporto di coppia e stabilisce che deve essere cassata con rinvio la sentenza d’appello che, in riforma della sentenza di primo grado, assolve il prevenuto dall’imputazione di maltrattamenti ai danni dell’ex compagna, laddove, pur riconosciuta l’esistenza «di alcuni singoli episodi aggressivi posti in essere dall’imputato», quindi unilaterali di un soggetto ai danni dell’altro, senza descriverli per quantità e qualità, li ha tuttavia trasformati in liti familiari.

La Suprema Corte sottolinea che ritenere non integrato il reato previsto dall’articolo 572 c.p. in assenza di sistematica sopraffazione della vittima è un pericoloso passo indietro che enfatizza circostanze quali “l’altalenante rapporto di coppia” e “una relazione interpersonale molto turbata”, così operando la normalizzazione di condotte anche illecite (minacce, violenze fisiche, danneggiamenti) e prospettando come accettabili, fino a renderli giuridicamente legittimi, gli atteggiamenti sopraffattori, umilianti e gravemente discriminatori che si consumano nella relazione, limitandosi a sostenere sinteticamente che per integrare il delitto ex articolo 572 Cp è richiesta la «sistematica sopraffazione», dovendosi invece ritenere che detto reato sia consumato allorché siano compiuti, anche in un limitato contesto temporale e nonostante periodi pacifici, vista la ciclicità che connota questo delitto.