Indagine genetica sul DNA: il suo risultato ha valore probatorio, non semplicemente indiziario
Indagine genetica sul DNA: il suo risultato ha valore probatorio, non semplicemente indiziario
di V. Giglio
Cassazione penale, Sez. 1^, sentenza n. 38417/2023, udienza del 20 aprile 2023, afferma che gli esiti dell’indagine genetica condotta sul DNA hanno natura di prova, e non di mero elemento indiziario ai sensi dell’art. 192, comma secondo, cod. proc. pen., sicché sulla loro base può essere affermata la responsabilità penale dell’imputato, senza necessità di ulteriori elementi convergenti (Sez. 2, n. 43406 del 01/06/2016, Rv. 268161).
Il principio affermato nell’occasione si iscrive nell’alveo di un indirizzo consolidato di cui è espressione, tra le altre, Cassazione penale, Sez. 2^, sentenza n. 38184/2022, in cui si afferma che “gli esiti dell’indagine genetica condotta sul DNA, atteso l’elevatissimo numero delle ricorrenze statistiche confermativa, tale da rendere infinitesimale la possibilità di errore, presentano natura di prova, e non di mero elemento indiziario ai sensi dell’articolo 192, comma secondo, c.p.p.; peraltro, nei casi in cui l’indagine genetica non dia risultati assolutamente certi, ai suoi esiti può essere attribuita valenza indiziaria”.